- Link all’articolo scientifico: Jeannet A-M, Heidland T, Ruhs M. What asylum and refugee policies do Europeans want? Evidence from a cross-national conjoint experiment. European Union Politics. 2021;22(3):353-376.
Quando si chiede di pronunciarsi in materia di asilo e rifugiati, le posizioni degli elettori europei appaiono contraddittorie. Da un lato, i cittadini dell’Unione sembrano molto inclini a fornire protezione umanitaria alle persone che fuggono da violenza e persecuzione. D’altro canto gli stessi cittadini comunitari si mostrano preoccupati per la (cattiva) gestione dei rifugiati e l’attuazione della politica di asilo. Preoccupano in particolare i falsi richiedenti asilo che minaccerebbero il "controllo" statale sull'immigrazione.
Tra preoccupazioni umanitarie e interessi nazionali: un conflitto di tutti
Le preferenze dell’opinione pubblica quanto a rifugiati e richiedenti asilo sono molto difficili da studiare. Sono una sorta di Giano bifronte: la preoccupazione umanitaria è in conflitto con la percezione dell’interesse nazionale. In genere chi studia le preferenze di policy ( per le politiche pubbliche) tende a immaginare queste preferenze come disposte lungo un continuum unidimensionale e bipolare di sentimenti via via sempre più positivi o sempre più negativi. Eppure, quando si tratta di asilo e protezione dei rifugiati, un approccio simile è limitante: ignora la natura complessa delle preferenze. Quando si tratta di asilo e rifugiati le valutazioni dei cittadini sono simultaneamente sia positive sia negative. Questo accade perché le politiche sono inevitabilmente oggetti “multidimensionali”, combinazioni di caratteristiche distinte.
Questa dualità di sentimenti rende inaffidabili e incoerenti le risposte ottenute con metodi di indagine usuali. I cittadini spesso non sono consapevoli della propria ambivalenza. Spesso non avvertono che le politiche comportano alcuni trade-off inevitabili, che ogni acquisizione e realizzazione comporta anche una perdita e un costo. Inoltre gli aspetti etici connessi alle politiche per l’asilo e i rifugiati accrescono il rischio che le preferenze espresse riflettano quel che è considerato socialmente desiderabile: gli intervistati sono più restii a riferire le loro autentiche opinioni se le percepiscono come non socialmente accettabili.
Non è tutto bianco o nero: un esperimento “congiunto” ne tiene conto
Per superare queste sfide concettuali e metodologiche, abbiamo impiegato un metodo di indagine originale (conjoint experiment) con il quale è possibile individuare con precisione quali politiche gli europei preferiscono in merito ad asilo e rifugiati e in che misura le loro preferenze varino a seconda dei paesi di appartenenza dell’Unione. L’obiettivo era analizzare non solo quali politiche fossero più apprezzate, ma anche perché. Invece di chiedere agli intervistati di valutare ciascun aspetto delle politiche di asilo e rifugiati separatamente da ciascun altro abbiamo chiesto loro di scegliere fra ipotetiche coppie di politiche, ciascuna delle quali è espressione di combinazioni diverse di caratteristiche (dimensioni). Così facendo abbiamo potuto isolare gli effetti specifici – sull’opinione pubblica – di determinate caratteristiche della politica di asilo e per i rifugiati. L’esperimento ha avuto luogo nel 2019, ha coinvolto 12.000 intervistati distribuiti in 8 diversi campioni di popolazione in Austria, Francia, Germania, Ungheria, Italia, Polonia, Spagna e Svezia.
Con qualche limite, l’accoglienza piace di più
L’analisi statistica dei dati raccolti nel corso dell’esperimento rivela che ai cittadini dell’Unione, in genere, piacciono politiche che forniscono protezione per richiedenti asilo e rifugiati. Non ci sono prove di un sostegno diffuso all’azzeramento di tutele e assistenza.
Per esempio l’opzione di riinviare in zone di pericolo i richiedenti asilo la cui domanda è stata rigettata, fa calare il sostegno pubblico alla politica che la contempla rispetto all’opzione opposta, tenendo uguali le altre caratteristiche della politica. Così, anche le politiche che non offrono alcuna opportunità di ricongiungimento familiare per i rifugiati riconosciuti incassano un sostegno pubblico (leggermente) inferiore rispetto alle politiche che consentono sempre il ricongiungimento familiare.
Questo impegno a fornire protezione ai rifugiati, però, è legato a caratteristiche delle politiche che permettano una qualche forma di controllo. In media, gli europei vogliono proteggere, ma preferiscono politiche che prevedono limiti e condizioni. Per esempio il ricongiungimento familiare riscuote maggiore consenso da parte dei cittadini europei se ai rifugiati è richiesto di coprire il costo della vita dei loro familiari rispetto a quando questa condizione non è posta. Allo stesso modo, i cittadini europei sono leggermente più favorevoli a politiche che prevedono aiuti finanziari ai paesi non-UE che ospitano rifugiati piuttosto che a politiche che negano questi aiuti, a patto, però, che questi stessi paesi contribuiscano a ridurre il numero di richiedenti asilo che arrivano in Europa.
Dall’Italia all’Ungheria, poche differenze
Questo modello di preferenze (cioè l’inclinazione per una protezione con limiti e condizioni) sembra valere in tutti i paesi europei oggetto dell’indagine, sia negli Stati membri più antichi, sia in quelli entrati in Ue di recente. Persino in Ungheria – che dalla crisi dei rifugiati del 2015 in poi è diventata famosa per le prese di posizione anti-rifugiati del governo – l'opinione pubblica sostiene politiche che forniscono alcune protezioni condizionate e limitate (come per esempio non essere rispediti in zone di pericolo), piuttosto che negare del tutto una protezione. Queste preferenze simili in materia di asilo e rifugiati tra cittadini di paesi diversi dell'UE, cozza con l’idea diffusa che gli europei sarebbero irrimediabilmente divisi (soprattutto tra vecchi e nuovi Stati membri dell'UE) su come riformare le politiche d’asilo e per i rifugiati. I risultati della nostra ricerca suggeriscono che si può formare in tutta Europa un sostegno pubblico a politiche di asilo e per i rifugiati che forniscano protezione e assistenza. E tuttavia, perché questo avvenga, bisogna introdurre nel disegno delle politiche un maggior numero di limiti e condizioni. Il nostro studio supera gli approcci esistenti e dimostra che le preferenze per determinate politiche non coincidono né con la fornitura illimitata e incondizionata di diritti e protezioni né, all’opposto, con il completo abbandono di chi è in difficoltà.