- Link all'articolo scientifico: Dotti Sani, G.M., Molteni, F. & Sarti, S. Boys Do Cry: Age and Gender Differences in Psycho-Physiological Distress during the COVID-19 Pandemic in Italy. Applied Research Quality Life 18, 931–956 (2023).
Lo stress impatta sulla salute mentale, e la pandemia di Covid-19 di stress ne ha generato parecchio. Con conseguenze diverse, però, nel caso in cui a vivere malessere psicofisico siano uomini o donne, giovani o anziani. Uno studio condotto dai ricercatori dell'Università degli Studi di Milano ha esplorato queste conseguenze in Italia, il primo paese europeo a essere gravemente colpito dalla pandemia. Ecco cosa è emerso.
La ricerca
La ricerca si basa su tre round di dati dello studio ResPOnsE COVID-19 (Risposta dell’Opinione Pubblica Italiana all’Emergenza Covid-19), che mirava a monitorare i cambiamenti nell’opinione pubblica e nel benessere durante l’emergenza Covid-19 in Italia. Lo studio ha raccolto informazioni quotidiane attraverso interviste online (CAWI) in sei indagini svolte tra aprile 2020 e luglio 2023, per un totale di oltre 42.000 interviste. [1]
Il malessere psicologico cresce con la sofferenza di chi ci sta accanto
L'esperienza diretta e indiretta del virus e delle sue conseguenze, come il ricovero o la morte di un familiare, esacerbano significativamente i problemi di salute mentale: questo è un primo risultato dello studio in linea con la letteratura esistente, che collega episodi di lutto e malattia nell’intorno relazionale – familiari, parenti e amici – con il deterioramento della salute mentale. La ricerca ha evidenziato che gli individui che hanno vissuto tali eventi traumatici durante la pandemia hanno riportato livelli di malessere notevolmente più alti, sottolineando l'impatto psicologico profondo della pandemia oltre le minacce immediate alla salute.
Uomini e donne sono diversi, ma la morte non fa differenze di genere
Un aspetto fondamentale dello studio è l’approfondimento delle differenze di genere nel malessere psicologico. Contrariamente agli stereotipi secondo cui le donne sono intrinsecamente più espressive emotivamente, i risultati rivelano una realtà più articolata. Sebbene le donne abbiano generalmente riportato livelli di malessere più alti rispetto agli uomini, questo divario di genere scompare tra coloro che hanno affrontato la morte di un parente. Ciò suggerisce che il dolore estremo livella il campo emotivo, interessando uomini e donne in modo simile e sfidando il senso comune che le donne siano naturalmente più suscettibili ai turbamenti emotivi. I risultati dello studio mettono quindi in discussione gli assunti su una resilienza emotiva, cioè la capacità di reazione e superamento di eventi avversi, “naturalmente” differente per uomini e donne. Non sembra che sia così.
Giovani vulnerabili e anziani più resilienti, tra precarietà e aspettative sociali
Anche l'età gioca un ruolo cruciale. Gli individui più giovani sono risultati più vulnerabili al deterioramento psicologico quando incontrano eventi negativi legati al COVID-19 rispetto ai più anziani. Questa maggiore suscettibilità tra i giovani va verosimilmente attribuita a diversi fattori, tra cui la loro fase di sviluppo, le dinamiche sociali e le incertezze economiche esacerbate dalla pandemia.
Vale la pena notare che, al contrario, lo studio mostra una notevole resilienza per gli uomini più anziani, evidenziando una minor propensione al malessere psicologico, anche in circostanze traumatiche. Questa resilienza tra i più anziani può derivare da una combinazione di esperienze di vita desensibilizzanti, di meccanismi di coping consolidati (vale a dire dispositivi di difesa e protezione psicologica come autostima, attività di distrazione come hobby o sport, o altro), e forse aspettative sociali riguardo allo stoicismo emotivo nelle generazioni più anziane, ossia un’educazione d’antan improntata al non rivelare i propri sentimenti.
Dove le variabili si incrociano
Le teorie che ispirano lo studio enfatizzano dunque l'importanza di considerare l'intersezionalità di età, genere ed esperienze traumatiche. La ricerca tradizionale spesso isola queste variabili, trascurandone gli effetti combinati e moltiplicativi sulla salute mentale. Esaminando queste intersezioni, lo studio fornisce una comprensione più completa della vulnerabilità e della resilienza di fronte alla pandemia, suggerendo che le risposte politiche e gli interventi per la salute mentale devono essere finemente sintonizzati per affrontare le esigenze specifiche di diversi gruppi demografici. Le giovani donne, i giovani uomini e gli uomini più anziani affrontano sfide differenti e possono beneficiare di strategie di supporto personalizzate.
Per un supporto psicologico mirato
Dalla prospettiva delle politiche sociali, questi risultati sottolineano la necessità di un supporto mirato per la salute mentale. I giovani, in particolare coloro che hanno affrontato perdite personali significative, possono aver bisogno di supporto psicologico e interventi potenziati. Allo stesso modo, sebbene le donne generalmente riportino un malessere maggiore, la parificazione dei livelli di malessere di fronte a traumi gravi evidenzia la necessità di misure di supporto che affrontino il lutto in modo completo per entrambi i generi. Lo studio suggerisce anche che gli uomini più anziani, nonostante la loro resilienza esteriore, non dovrebbero essere trascurati nelle iniziative di supporto per la salute mentale, poiché i loro meccanismi di coping e le esigenze emotive possono richiedere approcci più sottili e culturalmente sensibili.La Figura 2 dello studio fornisce una rappresentazione dei livelli di malessere psicologico tra i diversi gruppi di età e genere. Mostra chiaramente il maggiore malessere riportato dalle donne rispetto agli uomini e l'impatto significativo dell'esperienza della morte di un parente su entrambi i generi. In particolare, la figura mostra un marcato aumento del malessere tra gli individui più giovani, sottolineando la loro vulnerabilità durante la pandemia. La figura rafforza le conclusioni dello studio sui vari livelli di malessere e la necessità di interventi mirati, secondo il profilo socio-demografico, per la salute mentale.
I risultati della ricerca sul malessere psicofisico vissuto durante la pandemia di Covid-19 mostrano quanto sia importante per i responsabili delle politiche e i fornitori di servizi sanitari riconoscere e affrontare le differenze di età e di genere al fine di supportare più efficacemente coloro che sono maggiormente a rischio e mitigare l'impatto psicologico a lungo termine delle crisi sanitarie globali. Una comprensione più specifica del malessere psicologico può aiutare a sviluppare politiche più inclusive ed empatiche, in grado di soddisfare meglio le diverse esigenze della popolazione.
[1] NOTA: La prima, terza, quarta, quinta e sesta ondata raccolgono le interviste attraverso un disegno Rolling Cross-Section (RCS), ovvero campioni giornalieri consecutivi per un periodo relativamente lungo (in questo caso da 1 a 3 mesi). Inoltre, circa il 60% dei soggetti è stato intervistato due volte tra la prima e la sesta ondata, consentendo così un’analisi longitudinale delle variazioni intra-individuali avvenute tra il 2020 e il 2023. Per maggiori informazioni sullo studio si vedano gli articoli di Vezzoni et al. (2020) e Biolcati et al. (2021). In linea con i principi dell’open access, i dati sono disponibili per il download.
Per il presente studio sono stati utilizzati i dati della prima, terza e quarta rilevazione, per un totale di 17,060 osservazioni.